Il lavoro. Eh... mica è un discorso semplice. Proviamo a cominciare dall'inizio: ho finalmente trovato lavoro. Qualcuno, senza sapere bene cosa stava facendo, mi ha dato un'occasione. Mi serviva giusto un'occasione e questa ditta me l'ha data. Quindi è positivo, giusto? Ok, uno a zero per il lavoro.
Il lavoro è pesante. Non c'è un orario preciso ma in media sono otto/nove ore tutti i giorni dal lunedì al venerdì e quattro/cinque ore al sabato. A volte credo di non farcela, ma probabilmente è solo questione di abitudine. Uno pari.
Lo stipendio è buono. Forse è anche merito delle tante ore, ma i soldini sono congrui. Due a uno.
Il contratto è per sei mesi. Poteva essere un tempo indeterminato, ma non è detto che non lo diventi... poteva essere una settimana, però, quindi va bene. Tre a uno. Vince il lavoro!
Noi due. Boh. Il mostro è sparito, i controlli stanno andando tutti meravigliosamente, fra poco avrai il prossimo e stiamo aspettando che ti passino al controllo annuale invece che semestrale. Magari sarà questa volta, magari no, ma siamo nei tempi. Tu stai bene, di conseguenze ne sono rimaste pochissime, quindi siamo soddisfatti.
Il nostro matrimonio, invece, non va da nessuna parte. Secondo me ha avuto una paresi e non ce ne siamo accorti. Sei molto più presente con Mattia ma credo che sia la vergogna dei brutti voti che ti spinge ad impegnarti così tanto, non il desiderio reale che lui impari qualcosa. Nel frattempo i giorni passano e il tempo scorre, senza che nulla si riaccenda fra me e te, nemmeno la speranza. Vedremo. E' tutto in divenire. O in diandare, che è più probabile.