lunedì 3 agosto 2015

Tanto per cambiare

Siamo qui, di nuovo senza nemmeno rivolgerci la parola. Niente di nuovo, a dir la verità, ma in questo periodo speravo che non succedesse. In teoria avremmo altri pensieri per la testa, ma è più forte di noi: non ci sopportiamo. Ci odiamo amabilmente, senza uno straccio di soluzione all'orizzonte. Possiamo anche fare i salti mortali, ma io e te non siamo compatibili. Riusciamo ad affrontare qualsiasi battaglia, ci impegniamo come tori a superare qualsiasi ostacolo, poi... quando tutto potrebbe essere tranquillo, troviamo un motivo per prenderci a cornate a vicenda. E' arrivato il momento di chiudere questa storia, lo sappiamo tutti e due e l'appuntamento del 20 Agosto segnerà un traguardo importante. Se ci sarà ancora qualcosa che non va, resteremo insieme ad affrontare questa nuova prova, ma se tutto sarà ok mi assumo l'impegno di dire "basta" una volta per tutte. Non mi fai bene... sei come il polline a marzo, mi dai allergia. Riesci a rendere squallido anche uno dei rari momenti di intimità che, chissà come, qualche volta riusciamo a ritagliarci. Sporchi tutto con la tua arroganza, con la tua pretesa di essere sempre il centro dell'Universo senza mai, però, accettare una responsabilità. Riesci a giudicare implacabilmente qualsiasi cosa io faccia, dica, organizzi... persino i pensieri mi giudichi. Sono stanca... stanca morta. E piango troppo spesso.


mercoledì 22 luglio 2015

Negativo

Nonostante tutta la rabbia dei giorni scorsi oggi è stata una buona giornata.
Al controllo della visita collegiale è risultato tutto negativo. Niente alla visita obbiettiva, niente con il rinoscopio, niente alla palpazione. Il mostro, o almeno la massa grossa, sembra svanito nel nulla e anche la stanchezza fa parte del pacchetto. Le energie torneranno e fino alla fine di agosto potremo stare tranquilli.
Beh... "potremo"... potremmo! Se tu non facessi di tutto per farmi saltare i nervi mettendoti di traverso in ogni occasione. Riesci imperterrito a disintegrare la mia pazienza in parti così minuscole che nemmeno il gatto riuscirebbe a mangiarle... e anche l'altro ieri hai permesso alla tua cattiveria di passarmi sopra come un caterpillar. Ma lo dico da un pezzo: tu di me non meriti nulla. Nemmeno le mie reazioni, né quelle della mia meravigliosa famiglia. Tu di noi non avrai più niente... e attento, non ho detto "da" noi, ma "di" noi. Credimi, c'è una profonda differenza.
Comunque oggi per dire che è andato tutto bene serve un segno negativo e per una volta va bene anche così.


sabato 20 giugno 2015

Family Day

Dette così queste due parole hanno un valore intrinseco eccezionale: 

FAMILY DAY - IL GIORNO DELLA FAMIGLIA.

Già... la famiglia, un insieme di persone che si amano, che vogliono passare la loro vita insieme, che vogliono prendersi cura l'uno dell'altro, dividere tutto, gioie e dolori e sedersi un giorno insieme a dar da mangiare ai piccioni ricordando i bei tempi andati e guardando le foto dei nipotini.

Ma oggi è un brutto giorno per la storia del nostro martoriato Paese. Oggi a Roma si è scritta una delle pagine più tristi per i diritti degli esseri umani. Oggi a Roma, le persone che hanno manifestato, non hanno sfilato per le vie della città per costruire, unire, promuovere, valorizzare la famiglia. L'hanno fatto per sostenere che l'unica famiglia che accettano è la loro, per dire che tutto ciò che è diverso da loro è sbagliato, da condannare, da nascondere... roba di cui vergognarsi. Hanno calpestato il diritto sacrosanto di amarsi, indipendentemente dal sesso delle persone che si amano, il diritto sacrosanto di vedersi riconosciuti diritti che non vengono riconosciuti agli uomini o alle donne, ma agli esseri umani, hanno calpestato il diritto di chiunque a rivolgere il proprio amore verso un bambino, condannando quel bambino a rimanere solo o, peggio, a non venire nemmeno al mondo.
Hanno calpestato il diritto dei bambini di imparare qualcosa su se stessi, sul proprio corpo, di imparare che tutto ciò che sono è bello ed unico e speciale e sacro, ma che non devono vergognarsi di nulla, perché essere vivi non è mai una vergogna.
Le persone che hanno sfilato oggi a Roma vogliono impedire che il bullismo, l'omofobia, l'emarginazione vengano eradicate dalle scuole tramite la cultura. Vogliono che i loro figli vivano in una società in cui la famiglia preveda uno schema ben preciso: uomo, donna, matrimonio, bambino e non sono in grado di vedere che i loro figli vivono già in una società dove quel tipo di famiglia è ormai praticamente inesistente. Si aggrappano disperatamente alla loro idea di perfezione senza rendersi conto che la bellezza non ha nulla di perfetto. La cosa peggiore, però, è che si nascondono dietro ad un Dio che, se davvero esistesse, oggi li avrebbe arsi vivi tutti.

Io ho solo la speranza che chi deve legiferare, in questo paese, non abbia intenzione di mettersi sulla coscienza tutte quelle FAMIGLIE che già esistono e che devono sgomitare per ottenere ciò che per altri è la normalità. 
Ma so che nonostante tutto loro, quelle FAMIGLIE lì, continueranno ad amarsi lo stesso.



venerdì 19 giugno 2015

Grazie



Dovrei esserne felice, ma...

Ieri hai fatto la tua ultima chemio. Dovevano essere sei, ma per un incrocio strano di guasti e festività, sono diventate sette. Oggi invece hai fatto l'ultima radioterapia, che ha picchiato veramente duro. L'oncologa ha detto che è andata meglio del previsto, ma ovviamente si riferiva agli effetti collaterali, perché al momento nessuno sa che fine ha fatto il mostro che avevi dentro. Per saperlo dovremo aspettare un paio di mesi. Un paio di mesi in cui non si farà niente perché oggi, ufficialmente, smetterai di curarti. Ora io dico... loro sanno quello che fanno ed ovviamente la fiducia è sconfinata, ma mi ci vorrà un po' di tempo per assimilare che "rien ne va plus, les jeux sont faits".
La pallina sulla roulette ha cominciato a girare, adesso bisogna sperare che tutti abbiamo puntato sul numero giusto, o sul colore giusto, se preferisci. Ma io non sono mai stata una da gioco d'azzardo, non mi piace stare in bilico con la paura che quel mostro abbia delle carte migliori delle mie e delle tue. Oggi comincia l'attesa. Tutta la nostra vita è sempre stata un'attesa: quella per vivere insieme, quella che ci consegnassero la casa, quella di un figlio che veniva e se ne andava, quella del figlio che è venuto ed è rimasto, quella che nostro figlio iniziasse a dormire. E poi l'attesa più grande di tutte: quella di riuscire a trovare un intento comune. L'abbiamo aspettato da sempre un buon motivo per stare insieme e non è mai arrivato. Io credo che di sconfitta ne abbiamo già subita una e credo anche che sia stata sufficiente. Questa battaglia non la perderemo, lo credo davvero... ma la pallina si fermerà solo fra due mesi e due mesi, oggi, sono lunghi.



lunedì 15 giugno 2015

Salve! Ci sono anch'io!

Mica ci sei solo tu, nella mia vita! Ci sono anch'io e, ti sembrerà strano, ma mi amo da impazzire.
Amo più me che te, a dire il vero, ma da sempre, non è una cosa recente. Sono sempre stata fiera di me, delle mie capacità. Sono sempre stata orgogliosa del mio modo di essere, di pensare, di vivere tutto più intensamente che posso. Amo la mia voglia di sorridere alla vita, sempre e comunque, amo guardare negli occhi le persone, amo stare in mezzo alla gente, tutta la gente, senza fermarmi a pensare se mi conviene oppure no. Ho preso qualche batosta per colpa del mio modo di essere ma ci ho guadagnato molto più di quanto ci ho perso e alla fine va bene così. Credo di avere la capacità di capire le persone, ma mi manca la capacità di fermarmi quando capisco che una persona sbaglia. Ho sempre odiato chi mi diceva cosa fare eppure non riesco ad astenermi di dire "non farlo" quando vedo qualcuno che sta per rendersi ridicolo. Poi lo fa lo stesso e se era mio amico resta mio amico, ma non riesco proprio a fregarmene delle persone che mi circondano.
Invece poi, giusto un po' più in là, ci sono gli idioti e quelli non riesco proprio a digerirli. Oh... non mi vanno giù; posso provare a farmeli andar bene ma dopo un po' mi viene il prurito e non ce la faccio. Ho detto che mi piaccio, non che sono una santa e ogni volta che incrocio un idiota sulla mia strada (vera o virtuale che sia) mi viene voglia di sotterrarlo di parole per fargli capire che occupa un posto che non gli spetta e che farebbe un favore a tutti se si levasse dai piedi. Di solito finisce che mi allontano io, ma a volte, tipo ieri sera, mi incaponisco per far capire a un'emerita imbecille che tutte le sue convinzioni non si basano su notizie reali, ma su stupide congetture che, se analizzate una per una, non portano da nessuna parte. Ma niente... con i veri idioti non ce la si fa (voglio dire... esistono gli antivaccinisti, vi rendete conto? C'è addirittura chi legge il giornale di Adinolfi! C'è chi permette ad Adinolfi di avere un giornale!), a loro non interessa di sapere le cose, non interessa se una cosa è vera o falsa. Se li aiuta a nutrire i loro peggiori difetti allora va bene, è vera, è sacrosanta.
E' un po' come se io andassi in giro a sostenere che la Nutella è alla base di una sana dieta equilibrata. Ad un certo punto arriva qualcuno che dice "Sì... ok, la Nutella è buona, ma non è che fa bene alla salute" e io mi incaponisco, dicendo che è tutto un complotto per far campare gli agricoltori e che la Nutella fa meglio delle verdure. Allora arriva qualcun altro che mi dice "Dany, occhio, ci sono degli studi scientifici, la Nutella non fa così bene, Non fa nemmeno male se mangiata a piccole dosi, ma inserirla come alimento indispensabile nella dieta..." e io  (magari perchè lo dice un cretino come Adinolfi) mi faccio forte del fatto che io non sono scema e uso il cucchiaino invece del cucchiaio.
Ecco... io da queste persone devo stare alla larga e da oggi ho preso un'altra delle mie saggissime decisioni: non mi sprecherò nemmeno più a cercare di spiegare. Che vivano nel loro limbo, visto che ci stanno così bene. Io mi faccio di Nutella consapevole che l'aumento dei buchi sulle mie cosce è esclusivamente colpa mia.


sabato 13 giugno 2015

"Cosa farei senza di te?"

Voi uomini siete speciali... riuscite a dire la cosa sbagliata, nel momento sbagliato e persino alla persona sbagliata.
Oggi mi hai chiesto "Cosa farei senza di te?".
Vediamo... potresti cercarti una con un sacco di soldi che ti paga le cene nei ristoranti più esclusivi della città, ad esempio. Una con un macchinone che non finisce più, con una casa al mare, una in montagna e una in Spagna. Che ne so... a Lloret de mar!
Oppure potresti passare le tue giornate al computer senza mai avere un orario preciso per pranzare o cenare.
Magari potresti andare a pescare! Col tuo amico Giuseppe, partendo all'alba e tornando al tramonto, così che chi sta a casa riesca a vederti sì e no quando esci dal bagno per andare a dormire.
Altrimenti potresti andare a vivere in cantina... subaffittando l'appartamento, ma ricordati che il bagno in cantina non c'è.
Un'altra idea sarebbe quella di trovarti una fidanzata a 300 chilometri di distanza e poi fare avanti e indietro per andarla a trovare, quando ne hai voglia.
Potresti magari organizzare di andare tutti i week end al mare con tua madre e dormire con lei. Credo che potresti anche passare l'estate allo stesso modo.

Praticamente senza di me potresti fare esattamente le stesse cose che fai quando ci sono io.
Solo che non me ne accorgerei.


Un'altra ti avrebbe ucciso


venerdì 12 giugno 2015

Se poi mi prendi per mano...

Ok... oggi hai fatto la venticinquesima radioterapia e ne sei uscito piuttosto provato. Forse volevi dirmi che era stata più dura delle altre volte, non lo so, forse volevi dirmi che facevi fatica ad arrivare alla macchina (tu ti rendi conto che questa scarsa loquacità sarà un ostacolo a scrivere il tuo blog, vero?) ma all'uscita dal reparto hai voluto prendermi la mano.
L'ultima volta che l'avevi fatto era esattamente il sette giugno del millenovecentonovantotto. Il secolo scorso, tanto per farsi un'idea del nostro rapporto. Me lo ricordo perché quel giorno eri elegante come non lo eri mai stato, anche se non eri figo quanto me. 
Insomma, oggi mi hai presa per mano e nonostante io ti abbia detto che non era necessario, non mi hai permesso di allontanarmi. Allora ho capito che ne avevi bisogno e ho lasciato la mia mano nella tua fino al parcheggio dove, per forza di cose mi hai lasciata andare.
E' stata una strana sensazione, come se stessi per cadere e io ti avessi appena abbandonato. E' passata in fretta comunque e il rientro a casa è stato come tutti gli altri giorni (come passeggero sei sempre stato, sei e rimarrai un gran rompicoglioni), perché io so e tu sai che non ti abbandonerò.
Restano 5 radioterapie... facciamo che non arriviamo alla fine con te che mi ri-chiedi di sposarti eh!



Già... e se fosse davvero un'avventura?

Ieri mi hai detto "Appena finisce questa storia, mi metto a scrivere un blog."
Mi sono chiesta che senso avrebbe scriverlo dopo. Un blog è un diario, non un romanzo. Un blog è dove sputi quello che hai dentro nel momento più o meno esatto in cui ti succede... perché scrivere a posteriori una manciata di ricordi?
"Ricordi" poi... che razza di ricordi puoi avere imbottito di ossicodone come sei? A 'sta cazzo di morfina danno nomi esotici, ormai, ma gli effetti sono sempre gli stessi. Ti addormenti sulla sedia in cucina nel bel mezzo di una frase e quando ti svegli hai la faccia di un tossico a Porta Nuova quando chiede l'euro per la dose. Sniffi fette di salame e poi quando ti faccio vedere la foto dici che non sei tu.
Ma poi... ti metti a scrivere? Fai fatica persino a scrivere il tuo codice fiscale sulla denuncia dei redditi e vuoi metterti a scrivere un blog? Tu, che qualsiasi SMS ti arrivi rispondi "ok ciao" e finita lì? Quella che scrive in questa casa sono sempre stata io. Dalla lista della spesa ai biglietti di auguri ai compleanni, dalle lettere d'amore trent'anni fa alle mail per farti capire il mio punto di vista di qualche mese fa. Io, capito? Qui, in questa casa, sono io quella che scrive e gradirei che i ruoli rimanessero gli sessi, anche perché non sono incline ai cambiamenti negli ultimi tempi.
Già... gli ultimi tempi. A casa nostra le cose succedono tutte in un brevissimo tempo. Arrivano le bombe, esplodono e lasciano macerie nel tempo di una doccia. Se ripenso alla situazione in cui eravamo a febbraio mi chiedo com'è possibile che stamattina ci siamo svegliati nella stessa casa. Siamo ai ferri corti ormai da anni, litighiamo per qualsiasi cosa (ad esempio io sono ancora incazzata perché non hai mai risposto alle mie lettere d'amore di trent'anni fa e alle mail di gennaio... scribacchino del piffero!), non ci sopportiamo nemmeno più. Prima dell'ultima bomba abbiamo discusso su quanto fosse indispensabile la mia presenza al ristorante per il compleanno di tua madre e tu hai fatto leva sul mio senso del dovere, quando tu il tuo non sai nemmeno dove l'hai messo alla fine dell'asilo. Ero pronta a fare le valigie e ad andarmene, a chiudere questa storia assurda, a riprendermi la mia vita in mano e a farla splendere com'è giusto che sia, perché è la mia vita, mica quella di qualcuno a caso! Insomma stavo per spiccare il volo quando quel medico mi ha detto "Eh... no! bella mia! Ti piacerebbe ma non puoi. Tuo marito ha un carcinoma squamocellulare ad una tonsilla e prima di qualsiasi altra cosa devi pensare a lui". Cioè... lui mi ha detto solo che avevi il cancro, il resto è venuto nella mia testa senza che ci fosse bisogno di dirlo. Per circa dieci secondi ho pensato che fosse un'altra delle tue minchiate per farmi venire un infarto poi ho pensato che non sei *così* stronzo e mi sono seduta a respirare. A quel punto ho disfatto le mie valigie virtuali e ho cominciato questo viaggio insieme a te, al tuo fianco, senza mollarti mai un secondo, senza voler mai essere in un posto che non fosse accanto a te. Nella mia infinita follia ti amo più ora che non ti amo di quanto ti abbia amato quando ti amavo e continuerò a farlo finché ce ne sarà bisogno. Sarò con te quando ti diranno che ne sei uscito e quando festeggerai la tua guarigione con la tua famiglia. Ma non credo che tutto questo ci aiuterà a ritrovarci e sono convinta che il nostro destino ci porterà lontani l'uno dall'altra se un giorno vorremo essere veramente felici. 
Sai perché lo so? Perché appena hai detto "apro un blog" l'ho aperto io.